La sera del 17 agosto di quest’anno, durante le feste estive al nostro caro paesello di Zorzone, ho invitato tua zia Erika a fare il karaoke; subito lei, guardandomi negli occhi, mi ha riposto: «L’ultima volta è stato con Angelica!». È bastato solo uno sguardo di intesa per metterci lì, abbracciate, a cantare l’ultima canzone che avevamo cantato con te: Francesco Renga, “Era una vita che ti stavo aspettando”.
È sì cara Angelica, quanto ti abbiamo aspettato.
Quante volte, come in questa occasione, abbiamo esitato nel fare qualcosa perché l’ultima volta l’avevamo fatta con te.
Quante volte non abbiamo avuto il coraggio di rifare le cose belle che avevamo fatto insieme.
Quante volte ti abbiamo aspettato, quanti giorni siamo stati lì davanti alla porta di casa pensando che da un momento all’altro saresti uscita tu. Invece da quel 29 agosto di quattro anni fa non è più stato così.
Credici, cara Angelica, se ci permettiamo di dirti che ancora piangiamo per te, che ci manchi e che umanamente “è una vita che ti stiamo aspettando”. Ma poi, con quel barlume di fede che ci è rimasto, prendiamo il coraggio di andare avanti e la forza di credere che sei tu che ora ci stai aspettando.
In questi anni hai compiuto meraviglie nei cuori di molta gente, hai unito famiglie, hai dato speranza attraverso le tue parole ed anche chi non ti ha conosciuto oggi si affida a te nei momenti bui della propria esistenza.
Oggi, nell’anniversario della tua morte, vogliamo ricordati così, bella e sorridente come eri tu, come sei tu…
Continua a compiere meraviglie, continua ad entrare nelle nostre vite cariche di tanti errori e di infinite fatiche, vite che da quando tu te ne sei andata non sono più le stesse. Samantha