Sabato 25 novembre è stata presentata, a Zogno (BG), la 16.ma edizione di QUADERNI BREMBANI, l’Annuario del Centro Storico Culturale Valle Brembana. L’importanza di Quaderni Brembani è di riuscire ogni anno a coinvolgere 50/60 persone che propongono dei testi inediti e interessanti, la maggior parte dei quali dedicati a ricerche sulla Valle Brembana e i suoi personaggi, che contribuiscono alla conoscenza dei più diversi aspetti storici, artistici, ambientali, ecc. Quest’anno ci è stata data la possibilità anche di inserire una biografia sintetica di Angelica Tiraboschi le cui origini sono legate all’Alta Valle Serina. Per questo ringraziamo il prof. Tarcisio Bottani, presidente del Centro Storico.
ANGELICA TIRABOSCHI. Una meraviglia di Dio
Chi è Angelica Tiraboschi? Angi (per gli amici), nasce a Treviglio nel 1995, ma risiede a Fornasotto, frazione di Pontirolo Nuovo, in provincia di Bergamo e diocesi di Milano. Muore a diciannove anni dopo quattordici mesi di lotta contro un cancro al seno che poi si diffonde anche alla testa. I nonni materni di Angelica sono Zita e Lino di Zorzone mentre il nonno paterno Virginio è originario di Zambla Bassa. Un anno dopo la sua morte, la casa editrice Paoline si interessa ad Angelica e chiede la disponibilità a scrivere un libro che racconti la sua storia. Papà Marcello, mamma Romina e il fratello Simone mi danno l’onore di poter parlare della loro figlia. Con molta trepidazione inizio a leggere i suoi scritti, ascolto il racconto dei familiari, mi lascio provocare dalle testimonianze dei suoi amici e compagni.
Sin dal principio mi chiedo: perché scrivere un libro su questa giovane? Perché raccontare la storia, simile a tante altre, di una ragazza morta di tumore? Ha senso far riaffiorare tanto dolore e tanta sofferenza?
Sono convinto che le storie belle devono essere narrate e la vicenda di Angelica fa parte di questa categoria perché è capace di smuovere i cuori intorpiditi dalle fatiche quotidiane. Gli avvenimenti edificanti che ci sono nella vita di Angelica nutrono anche la nostra che tante volte è piena di sconforto e senza passione. Insomma, per quanto dolorosa merita di essere narrata. Evangelicamente è una storia di fede, di grazia e di bellezza che ci racconta un tratto, un aspetto dell’amore di Dio non tanto con le parole ma con l’esempio perché Angelica ha portato fino in fondo la sua croce, non si è tirata indietro ed è salita con coraggio e determinazione lungo la via dolorosa del calvario. Diceva S. Francesco: “predicate sempre il Vangelo e se fosse necessario anche con le parole”. Lei ci parla di questo Dio che è Misericordia, Perdono, Tenerezza, che ha una pazienza senza misura verso i nostri limiti e le nostre infedeltà. Come scrive Salvatore Martinez nella postfazione del libro, “l’esistenza di Angelica è un “affare di cuore”: si è lasciata sedurre da Dio. Lui è un seduttore di cuori e lei si è abbandonata tra le sue braccia!
Con una forte personalità, Angelica è una ragazza dolce, tenera, affettuosa ma anche ferma e determinata, sempre attenta verso chi ha bisogno. Ha un grande amore per Gesù e per la Madonna che invoca spesso come una mamma. Apparentemente simile a tante coetanee, alimenta il suo rapporto con Dio attraverso la preghiera, la meditazione e l’appartenenza all’Associazione del Rinnovamento nello Spirito Santo, un’esperienza di fede quest’ultima che la segna profondamente per il resto dei suoi giorni aiutandola a passare da un cristianesimo abituale ad uno sempre più consapevole e gioioso.
Un posto particolare Angelica lo dedica all’amicizia che considera un dono di Dio. Solare, umile, disponibile verso gli altri, porta gioia e serenità poiché è capace di voler bene e farsi voler bene. Anche in questo modo diventa un punto di riferimento per molti, con cui condivide pensieri e attese. Ottimi anche i rapporti con i suoi coetanei o con i compagni di classe del Liceo Secco Suardo di Bergamo: prova piacere nel parlare con loro di Dio, con fermezza e rispetto, indipendentemente dal fatto che alcuni non sono credenti o hanno pensieri contrari ai suoi. È capace di arrivare ai loro cuori, contagiandoli, attraverso la sua simpatia e il suo sorriso sincero e pulito.
All’interno del libro ci sono molti scritti di Angelica che raccontano la dura realtà della malattia, che lascia tutti senza fiato, anche se alla fine non mancano parole di speranza e di incoraggiamento. «Sorridi, sempre!»: la citazione di santa Teresa di Calcutta è scritta a caratteri cubitali sul diario di Angelica. Tutti coloro che l’hanno incontrata portano nel cuore il sorriso luminoso e caldo di Angelica. Anche quando le viene diagnosticato il cancro, ripete spesso: «Si può superare tutto, se ci si arma di sorriso», e insieme prega: «Signore, dammi la forza per portare la croce». La diagnosi del tumore, gli interventi, la degenza in ospedale, la metastasi... sono momenti dolorosi sempre caratterizzati dall’abbandono alla volontà di Dio. Il cancro non si arresta e dal letto dell’ospedale Angelica, attraverso il dolore, conferma che la vita è un dono meraviglioso. Nel suo volto sofferenza e bellezza, dolore e delizia! È una ragazza che lotta, combatte per guarire. Ha una voglia di vivere inconfondibile. Non si sente un’ammalata ma una privilegiata perché attraverso la malattia può sperimentare l’amore fedele del suo sposo celeste. Il dolore acquista un senso nuovo e anche la sua vita prende una direzione straordinaria. È una ragazza che spera nonostante i suoi sogni e i progetti diminuiscono giorno dopo giorno. Angelica mantiene viva la speranza ed incoraggia gli altri a fare lo stesso. Continua a progettare il suo futuro e infonde coraggio e serenità a quanti la incontrano.
Ha una voglia smisurata di vivere e dice sovente ai suoi coetanei: “è troppo breve il tempo che abbiamo e non vale la pena sprecarlo in cose tristi e inutili. Ogni vita è importante non per quanto dura, ma per l’intensità del suo passaggio”. Vola in cielo senza disturbare nessuno, all’improvviso, il 29 agosto 2015. Il funerale, nella parrocchia di Pontirolo Nuovo, è «la prova dell’esistenza del paradiso», tante sono le persone intervenute per rendere omaggio alla ragazza che ha combattuto il cancro con speranza e fede salda. Il passaggio terreno di Angelica non lascia indifferenti: il popolo di Dio, di fronte alla santità vissuta di questa giovane innamorata di Cristo, si sente attratto, crede, s’inginocchia, si converte. Sin dal momento del suo funerale nascono piccoli segni meravigliosi: un ragazzo da tanti anni indeciso sul sulla strada da prendere nella sua vita, scosso dalla storia di Angelica, decide di entrare in Seminario; una giovane donna, dopo tanti anni di rancori e litigi con la suocera, torna a casa dal funerale, si reca in casa della mamma di suo marito, scoppia in lacrime, l’abbraccia e fanno pace. Grazie alla pubblicazione del libro sulla fanciulla di Pontirolo, molte persone vengono a conoscenza della storia di Angelica. S’interessano a lei; gli ammalati si recano sulla sua tomba per chiedere un aiuto e la invocano per avere conforto e forza per affrontare le loro tribolazioni.
“Vivere a colori” non è un libro su una ragazza morta ma su una discepola del Signore che è viva e che parla a ciascuno di noi e ci dice: “Tu che stai vivendo, mi raccomando!... stai attento. Non buttare via il tuo tempo”. Angelica non ci dice quanto tempo ci resta da vivere ma ci sollecita a vivere intensamente, come ha fatto lei, il tempo che abbiamo a disposizione. La sua storia ricorda alle giovani generazioni il senso della vita e indica la strada da percorrere per essere felici. La nostra esistenza è come “incenso che sale e va… è un soffio”, per questo vale la pena viverla pienamente, al massimo. Il grande segno di speranza per l’umanità è che questo messaggio proviene da una giovane ragazza: è stupefacente! Se questa storia rimarrà dentro di noi, sarà come un chicco che viene seminato nel nostro cuore e che a sua volta porterà frutti di bene. Molti collaborano alla stesura dei testi del libro grazie alle testimonianze di chi l’ha conosciuta e alle riflessioni di sacerdoti, religiosi e laici. Anche il cardinal Angelo Comastri ci fa dono di una preghiera composta pensando a questo angelo celeste. In altre forme tanti si danno da fare per far conoscere il messaggio di Angi: Juri Cavagna, Giovanni Manenti e Damiano Bonetti scrivono una meravigliosa canzone per Angelica dal titolo “Il volto. Dove nasce l’universo”. Non solo, con l’aiuto di TV2000 realizziamo un video sulla vita di Angelica che utilizziamo nelle parrocchie e nelle scuole quando siamo invitati a narrare la sua storia: una meraviglia di Dio! Lasciatemi spendere una parola sul titolo del libro “Vivere a colori” che è spiegato dall’episodio descritto nel cap. VII, che risale all’estate del 2016, quando a Zorzone è stato organizzato il 40° torneo notturno di Pallavolo e il I° Memorial Angelica Tiraboschi. Il papà e la mamma offrono per la prima squadra classificata un trofeo in ceramica bianca puntinata di vari colori. Il tutto con un valore simbolico: la ceramica, fragile e duttile alle mani del vasaio, simboleggia Angelica, che si è lasciata modellare, trasformare, a immagine e somiglianza di Gesù. I colori sono il segno della sua gioia, in ogni momento.
Arrivo alle conclusioni. Dunque in Angelica nessuna straordinarietà se non “amare Gesù senza riserve”. Affidarsi totalmente a lui. Farsi strumento del suo amore. Per il resto è una ragazza come tutte le altre. Non ha scritto pagine di alta spiritualità, non ha fondato Istituti ma ogni gesto quotidiano della sua breve vita è stato immerso, senza riserve, in quel grande Amore che ha abbracciato con l’entusiasmo dei giovani, facendosi trascinare completamente da esso. Abbandonarsi all’amore di Dio è, alla fine, il tratto riconoscibile che accomuna le vite di tutti i Santi. Angelica viene oggi a ricordarci che l’unica vera sapienza, l’unica ricchezza che un uomo può avere, sta in quell’amore che non pone riserve. E che in quell’amore sta tutta la libertà e l’unica vera gioia possibile. Spero che nessuno di quanti leggeranno il libro si dimentichi di lei e provi almeno un po’ a fare proprie le sue intuizioni spirituali.